L'Autorità avvia il Piano di bacino distrettuale dell’Appennino centrale
È stato avviato il percorso per realizzare il Piano di bacino distrettuale dell'Appennino centrale, con il documento di Piano di primo livello, che provvederà a un sostanziale riordino ed integrazione degli strumenti pianificatori fino ad ora prodotti per regolare le trasformazioni territoriali, offrendo un quadro omogeneo.
La partenza del Piano di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, previsto dal Decreto Segretariale n. 80 del 18/4/2023 e comunicato in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.100 del 29-04-2023, seppur rappresenta una sfida impegnativa per l’Autorità, si è resa necessaria per porre rimedio alla frammentazione sia sotto il profilo pianificatorio, sia sotto il profilo ricognitivo e sul quadro delle conoscenze – anche mediante tecnologie digitali e piattaforme GIS – per fornire adeguate informazioni territoriali e ambientali aggiornate e accessibili.
Ad oggi, infatti, il quadro vigente della pianificazione del Bacino distrettuale dell’Appennino centrale prevede una varietà di strumenti derivati dalle ex Autorità di bacino di scalanazionale, interregionale e regionale, di cui alla legge 183/1989, confluite nell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, ai sensi dell’art. 64 del d.lgs. 152/2006.
Traguardo del Piano, quindi, sarà quello di “ordinare la complessità”, un quadro di riferimento che contribuisca al raggiungimento degli obiettivi fissati dalla norma, che spaziano dalla sistemazione, conservazione e recupero del suolo, alla difesa e sistemazione dei corsi d’acqua, alla disciplina delle attività estrattive, alla difesa degli abitati contro i fenomeni di dissesto, fino alla razionale utilizzazione delle acque per le esigenze della alimentazione, degli usi produttivi, della ricreazione e del turismo.
In particolare il Piano di bacino del distretto dell’Appennino centrale, come disposto dall’art. 65 del D. Lgs. 152/2006, prevede:
a. il quadro conoscitivo organizzato ed aggiornato del sistema fisico, delle utilizzazioni del territorio previste dagli strumenti urbanistici comunali ed intercomunali,
nonché dei vincoli, relativi al distretto, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42;
b. la individuazione e la quantificazione delle situazioni, in atto e potenziali, di degrado del sistema fisico, nonché delle relative cause;
c. le direttive alle quali devono uniformarsi la difesa del suolo, la sistemazione idrogeologica ed idraulica e l'utilizzazione delle acque e dei suoli;
d. l'indicazione delle opere necessarie distinte in funzione:
1. dei pericoli di inondazione e della gravità ed estensione del dissesto;
2. dei pericoli di siccità;
3. dei pericoli di frane, smottamenti e simili;
4. del perseguimento degli obiettivi di sviluppo sociale ed economico o di riequilibrio territoriale nonché del tempo necessario per assicurare l'efficacia degli interventi;
e. la programmazione e l'utilizzazione delle risorse idriche, agrarie, forestali ed estrattive;
f. la individuazione delle prescrizioni, dei vincoli e delle opere idrauliche, idraulico-agrarie, idraulico-forestali, di forestazione, di bonifica idraulica, di stabilizzazione e consolidamento dei terreni e di ogni altra azione o norma d'uso o vincolo finalizzati alla conservazione del suolo ed alla tutela dell'ambiente;
g. il proseguimento ed il completamento delle opere indicate alla lettera f), qualora siano già state intraprese con stanziamenti disposti da leggi speciali, da leggi ordinarie, oppure a seguito dell'approvazione dei relativi atti di programmazione;
h. le opere di protezione, consolidamento e sistemazione dei litorali marini che sottendono il distretto idrografico;
i. i meccanismi premiali a favore dei proprietari delle zone agricole e boschive che attuano interventi idonei a prevenire fenomeni di dissesto idrogeologico;
l. la valutazione preventiva, anche al fine di scegliere tra ipotesi di governo e gestione tra loro diverse, del rapporto costi-benefici, dell'impatto ambientale e delle risorse finanziarie per i principali interventi previsti;
m. la normativa e gli interventi rivolti a regolare l'estrazione dei materiali litoidi dal demanio fluviale, lacuale e marittimo e le relative fasce di rispetto, specificatamente individuate in funzione del buon regime delle acque e della tutela dell'equilibrio geostatico e geomorfologico dei terreni e dei litorali;
n. l'indicazione delle zone da assoggettare a speciali vincoli e prescrizioni in rapporto alle specifiche condizioni idrogeologiche, ai fini della conservazione del suolo, della tutela dell'ambiente e della prevenzione contro presumibili effetti dannosi di interventi antropici;
o. le misure per contrastare i fenomeni di subsidenza e di desertificazione, anche mediante programmi ed interventi utili a garantire maggiore disponibilità della risorsa idrica ed il riuso della stessa;
p. il rilievo conoscitivo delle derivazioni in atto con specificazione degli scopi energetici, idropotabili, irrigui od altri e delle portate;
q. il rilievo delle utilizzazioni diverse per la pesca, la navigazione od altre;
r. il piano delle possibili utilizzazioni future sia per le derivazioni che per altri scopi, distinte per tipologie d'impiego e secondo le quantità;
s. le priorità degli interventi ed il loro organico sviluppo nel tempo, in relazione alla gravità del dissesto;
t. l'indicazione delle risorse finanziarie previste a legislazione vigente.
Durante tutto il processo di pianificazione saranno organizzati eventi di partecipazione pubblica rivolti ai cittadini, alle associazioni ed agli stakeholder istituzionali.
Il Documento di Piano di primo livello contiene il calendario e il programma di lavoro per la presentazione del Piano, unitamente alla dichiarazione delle misure consultive
per le eventuali osservazioni del pubblico ed una scheda guida per la formulazione dei contributi.
Per un periodo minimo di sei mesi decorrenti dalla data di pubblicazione del Documento sul sito web dell’Autorità, sarà possibile presentare osservazioni scritte e contributi sul “Documento di Piano di primo livello” con le seguenti modalità:
- posta elettronica certificata: protocollopec.autoritadistrettoac.it
- posta elettronica ordinaria: pianodibacinoabdac.it
- posta ordinaria: Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino Centrale - Via Monzambano, 10 - 00185 Roma.