Piano di bacino
Piano di bacino dell’Appennino centrale
Il Piano di bacino è redatto in base agli indirizzi, ai metodi e ai criteri stabiliti dalla Conferenza istituzionale permanente, che ha anche il compito di approvarlo, e le disposizioni in esso contenute hanno carattere immediatamente vincolante per le amministrazioni ed enti pubblici, e per i soggetti privati.
Il Piano di bacino è adottato a maggioranza dalla Conferenza istituzionale permanente che, con propria deliberazione, stabilisce contestualmente i termini per l'adozione da parte delle regioni dei provvedimenti conseguenti e quali componenti del Piano costituiscano interesse esclusivo delle singole regioni e quali costituiscono interessi comuni a due o più regioni.
Contenuti del Piano di bacino
Il Piano di bacino deve prevedere i seguenti contenuti principali (art. 65 del D. Lgs.152/2006):
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il quadro conoscitivo organizzato ed aggiornato del sistema fisico, delle utilizzazioni del territorio previste dagli strumenti urbanistici comunali ed intercomunali, nonché dei vincoli, relativi al distretto, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42;
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l’individuazione e la quantificazione delle situazioni, in atto e potenziali, di degrado del sistema fisico, nonché delle relative cause;
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le direttive alle quali devono uniformarsi la difesa del suolo, la sistemazione idrogeologica ed idraulica e l'utilizzazione delle acque e dei suoli;
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l'indicazione delle opere necessarie distinte in funzione dei pericoli di inondazione e della gravità ed estensione del dissesto, dei pericoli di siccità, dei pericoli di frane, smottamenti e simili, nonché del perseguimento degli obiettivi di sviluppo sociale ed economico o di riequilibrio territoriale nonché del tempo necessario per assicurare l'efficacia degli interventi;
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la programmazione e l'utilizzazione delle risorse idriche, agrarie, forestali ed estrattive;
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l’individuazione delle prescrizioni, dei vincoli e delle opere idrauliche, idraulico-agrarie, idraulico-forestali, di forestazione, di bonifica idraulica, di stabilizzazione e consolidamento dei terreni e di ogni altra azione o norma d'uso o vincolo finalizzati alla conservazione del suolo ed alla tutela dell'ambiente;
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il proseguimento ed il completamento delle opere indicate alla lettera f), qualora siano già state intraprese con stanziamenti disposti da leggi speciali, da leggi ordinarie, oppure a seguito dell'approvazione dei relativi atti di programmazione;
- le opere di protezione, consolidamento e sistemazione dei litorali marini che sottendono il distretto idrografico;
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i meccanismi premiali a favore dei proprietari delle zone agricole e boschive che attuano interventi idonei a prevenire fenomeni di dissesto idrogeologico;
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la valutazione preventiva, anche al fine di scegliere tra ipotesi di governo e gestione tra loro diverse, del rapporto costi-benefici, dell'impatto ambientale e delle risorse finanziarie per i principali interventi previsti;
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la normativa e gli interventi rivolti a regolare l'estrazione dei materiali litoidi dal demanio fluviale, lacuale e marittimo e le relative fasce di rispetto, specificatamente individuate in funzione del buon regime delle acque e della tutela dell'equilibrio geostatico e geomorfologico dei terreni e dei litorali;
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l'indicazione delle zone da assoggettare a speciali vincoli e prescrizioni in rapporto alle specifiche condizioni idrogeologiche, ai fini della conservazione del suolo, della tutela dell'ambiente e della prevenzione contro presumibili effetti dannosi di interventi antropici;
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le misure per contrastare i fenomeni di subsidenza e di desertificazione, anche mediante programmi ed interventi utili a garantire maggiore disponibilità della risorsa idrica ed il riuso della stessa;
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il rilievo conoscitivo delle derivazioni in atto con specificazione degli scopi energetici, idropotabili, irrigui od altri e delle portate;
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il rilievo delle utilizzazioni diverse per la pesca, la navigazione od altre;
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il piano delle possibili utilizzazioni future sia per le derivazioni che per altri scopi, distinte per tipologie d'impiego e secondo le quantità;
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le priorità degli interventi ed il loro organico sviluppo nel tempo, in relazione alla gravità del dissesto;
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l'indicazione delle risorse finanziarie previste a legislazione vigente.
Avvio della elaborazione del Piano di bacino
In attuazione degli articoli 65 e 66 del decreto legislativo n. 152/2006, con decreto segretariale n. 80 del 18 aprile 2023, AUBAC ha avviato la procedura di elaborazione del Piano di bacino predisponendo il «Documento di piano di primo livello» contenente il calendario e il programma di lavoro, le misure consultive e la scheda per le osservazioni e i contributi. Il Documento, oltre ad essere consultabile via web, è disponibile presso gli uffici dell’Autorità in Via Monzambano 10, 00185 Roma.
L’avvio della procedura di elaborazione del Piano di bacino è stato comunicato nella seduta della Conferenza istituzionale permanente del 19 aprile 2023 e ne è stato dato avviso con pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n.100 del 29 aprile 2023 e sull’edizione nazionale del Corriere della sera del 15 maggio 2023.
Per un periodo minimo di sei mesi decorrenti dalla data di pubblicazione in G.U.R.I. sarà possibile presentare osservazioni scritte e contributi sul Documento di Piano di primo livello con le seguenti modalità:
- posta elettronica certificata: protocollo@pec.autoritadistrettoac.it
- posta elettronica ordinaria: pianodibacino@aubac.it
- posta ordinaria: Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino Centrale - Via Monzambano, 10 - 00185 Roma.
È possibile, inoltre, partecipare al processo di formazione del Piano di Bacino compilando on-line il questionario anonimo per comunicare suggerimenti, osservazioni e informazioni.
Per eventuali richieste di chiarimento è possibile contattare gli Uffici tecnici dell’Area Pianificazione Rischio Idrogeologico ai seguenti recapiti:
e-mail: pianodibacino@aubac.it
telefono: 06492491 – Uffici tecnici
Il coordinatore della procedura per l’Autorità di bacino è il dirigente dell’Area Pianificazione Rischio Idrogeologico e Sistemi Informativi Territoriali di Distretto, Ing. Giovanni Michelazzo.